GRAZIE GIGI

Avrò avuto 15 o 16 anni, non ricordo…quando mia madre mi portò al Teatro Sistina di Roma a vedere un “assolo” di Gigi Proietti. Ricordo che uscimmo dal teatro, dopo tre ore, con le mandibole doloranti per le risate, e il cuore pieno di emozioni. Per giorni ripensai alla magia che quell’uomo da solo sul palco era riuscito a creare, senza bisogno di altro, se non del suo incredibile talento.
Fu quel giorno – e grazie a mia madre Luciana e a Gigi Proietti – che mi innamorai dell’alchimia misteriosa del Teatro, come dimensione “altra” e vero nutrimento dell’anima.

Molti anni dopo, nel 2007, dopo aver vinto il Festival di Sanremo con “Ti regalerò una rosa”, il canale televisivo Cult Tv mi propose di realizzare un progetto sulle lettere del manicomio di Volterra. Decisi di coinvolgere alcuni grandi attori a prestare la loro voce a quelle parole dimenticate. Il primo che contattammo fu Gigi Proietti, che dopo aver letto i testi, diede il suo assenso.

Si presentò al Teatro Ambra Jovinelli, regalandoci questa splendida interpretazione della “Lettera di un padre”.

Ecco, caro Gigi…Tu per me sei stato come un Padre, un padre artistico e nello stesso tempo “umano”, con l’umiltà che solo i grandi posseggono, mi hai insegnato tanto.
Una volta mi hai detto “Io sono al servizio…E non importa se sia Shakespeare o un cinepanettone dei Vanzina: in quanto attore, sono e sarò sempre al servizio del pubblico!”.
Grazie per tutto quello che mi hai donato, per il solco profondo che la tua arte immortale ha tracciato nella mia vita, e in quella di tanti altri come me.

Simone

 

Foto di Angelo Trani 
©_ANGELO_TRANI

3 Comments

  1. Parole che penetrano nell’anima: solitudine e abbandono. Come facciamo a dimenticarci dei nostri cari? Eppure lo facciamo! Dovremmo immedesimarci negli altri, ascoltarli, comprenderli e aiutarli. Abbiamo ancora tanto da imparare! Impariamo a dare un po’ di felicità a chi è stata negata!
    Straordinaria la lettura e l’immedesimazione di Proietti.

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