PREMIO San Matteo D’Oro

Simone Cristicchi è stato premiato nella Sala Pio XII a Montopoli, con tante persone presenti ad assistere. A fare gli onori di casa il presidente dell’associazione Arco di Castruccio e del Dramma Popolare Marzio Gabbanini, Antonio Guicciardini Salini presidente della Fondazione CRSM, il vescovo Andrea Migliavacca che ha consegnato il San Matteo d’oro a Cristicchi e Valerio Martinelli, assessore Montopoli. Presente in chiusura anche il presidente della Regione Eugenio Giani, che ha concluso la cerimonia

Il premio viene conferito dall’Associazione Arco di Castruccio di Montopoli, che si pone l’obiettivo di realizzare iniziative per animare la comunità di Montopoli in Val d’Arno. Il ‘San Matteo d’Oro’, viene assegnato ad una personalità della società civile che si è disinta. 

La Motivazione

A Simone Cristicchi il Premio “San Matteo d’oro” per aver indirizzato la propria vicenda umana, culturale e professionale alla ricerca del senso della vita, di quei valori che la rendano degna di essere vissuta nella relazione con gli altri e con il Creato, di cui rivelare ed esprimere, con gioia, tutta la bellezza. Per aver saputo intraprendere un cammino limpido, personale, autentico di conoscenza di sé e del mondo attraverso l’ascolto interiore, inseparabile da quello di chi , nella diversità di cultura, confessione religiosa ed etnica, stesse compiendo lo stesso percorso, così da misurarsi e incontrarsi sul terreno del dialogo, del sapere filosofico e spirituale, di valori e principi capaci di accomunare e non dividere. La vasta umanità, l’onestà intellettuale, l’attenzione all’altro da sé, continuano a segnare il suo essere uomo sensibile all’universo della sofferenza, quella di chi abbia dovuto sperimentare il peso dell’isolamento, del rifiuto, dell’emarginazione, deciso a esplorarlo senza retorica, con profonda partecipazione umana. Simone Cristicchi ha così testimoniato una vicinanza reale all’umanità dolente di chi abbia sperimentato la malattia psichica e la solitudine più drammatica, di quanti siano stati vittime di una follia storica, cacciati, privati della vita e della loro identità, oggetto del silenzio di anni, ma anche di chi abbia tenacemente lottato, per vocazione e per scelta, di stare dalla parte degli ultimi.

Da qui la ricerca di una felicità che si sostanzia della gioia di conoscere, scoprire, lottare per scopi condivisi, amare, raddrizzare le cose che non vanno facendolo insieme. Testi teatrali, musicali, narrativi, scritti, interpretati e diretti in prima persona, sono lo specchio più trasparente di un impegno in ogni direzione, attraverso più linguaggi, di una capacità creativa e immaginativa inesauribili, di una fedele coerenza a solidi principi etici, fortemente sentiti, vissuti, interiorizzati, testimoniati in qualsiasi occasione, lontano dai facili allettamenti di un mondo spesso legato all’esteriorità, all’apparire, per operare, invece, la scelta dell’umiltà, della semplicità, della pulizia morale, della serietà più profonda, della solidarietà più tenace.

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